Ciao Nonna

Cara nonna,
ti penso.

Come ogni momento in questi ultimi 3 mesi e mezzo.

Mesi talmente neri, talmente veloci e lunghi insieme, talmente crudeli, da averci unite ancora di più, se possibile.
Mentre il tuo corpo dimagriva, mentre la tua pelle diventava quasi trasparente e le tue ossa come di vetro, mentre un mostro ha iniziato - vorace - a divorarti, tu sei riuscita a lasciarmi un ricordo sopra tutti: il tuo coraggio.

Da 15 giorni mi hai lasciata, e stasera bevo un calice di vino in solitaria buttando il cuore indietro, a un passato che non tornerà più.

Ricordo il profumo della tua cipria, quello della tua pelle che ancora sento ovunque, quello della lacca che spruzzavi sui tuoi impeccabili capelli.
Ti piaceva sistemarti, truccarti un po' - in maniera leggera -, portare gli orecchini e mettere almeno un anello. Dentro la tua borsa poche cose essenziali, per te: un rosario, un immancabile ventaglio, un fazzoletto e qualche caramella.

Manchi.

Nel mobiletto a vetri in salotto, quello con i servizi buoni , hai esposto la zuccheriera rossa che ti ho donato lo scorso Natale, che ho comprato sì e no per 10 euro. L'hai messa insieme alle cose di valore, nonna, perché l'affetto vale più di qualsiasi prezzo.
Natale, già. L'ultimo che abbiamo trascorso insieme, senza che né tu né io lo sapessimo. Avevi preparato i tramezzini con quella sostanza rosa che ti ostinavi a chiamare caviale, e ti eri arrabbiata perché erano rimasti tutti sul vassoio. Come sempre. Se tornassi indietro ne mangerei almeno tre per farti felice, nonna.

Manchi, manchi tanto davvero.
I vicini trascinano sedie a mezzanotte, le macchine sfrecciano veloci, in lontananza arriva l'eco di una canzone, io cerco silenzio e cerco te, fra ricordi e sensazioni.

Vorrei stringerti la mano un'ultima volta, come tanto ho fatto in questi mesi di dolore. "Non riesco a parlare ma l'importante è che ci diamo la mano", e io te la stringevo forte quella mano delicata, e la guardavo, per ricordarla quando non ci saresti stata più.
E te l'ho stretta anche quando era ormai fredda e gelida, mentre le mie lacrime le piovevano addosso, mentre non riuscivo a capacitarmi di quel corpo senza vita che non ti assomigliava più. Ed è stata l'unica volta in assoluto in cui ho pianto davanti a te, nonna, perché tanto non potevi più sentirmi. Eri così forte da non versare mai una lacrima e io non potevo certo essere da meno.
Me l'hai anche fatto promettere di essere coraggiosa, ricordi? Quando ti ho guardata, il giorno prima del declino che ti ha spolpata, e ti ho sussurrato di essere orgogliosa di averti come nonna. Mai mai mai sono stata tanto felice di aver dato voce ad un pensiero. Il tuo sorriso e il tuo sguardo mi resteranno per sempre impressi nel cuore.

Nonna, mi manca la tua voce. Mi mancano i tuoi consigli, anche quelli non richiesti che a volte mi facevano innervosire.

Ho una valigia antica in cui hai scritto Per Marta, piena di lenzuola e tovaglie che avevi comprato per il mio corredo.
Cucino con le pentole che mi hai regalato, quelle tedesche. Lo dicevi che erano buone e resistenti, e in effetti è così.
Conservo le nostre foto insieme, ma non riesco a guardarle senza piangere.
Ricordo il tuo viso quando, dopo un esame invasivo all'ospedale, ti ho chiesto al telefono "Hai qualche desiderio?" "Se proprio me lo chiedi, e puoi, domani portami due pesche" "Certo nonna, a domani!" Ma non sono riuscita ad aspettarlo questo domani, e mi sono catapultata da te in mezzora, con le pesche ovviamente. Quanto eri felice di vedermi!

Mi sono sempre fatta desiderare, mi chiamavi per chiedermi quando sarei venuta a trovarti, e non sapevo quasi mai darti un giorno. Che stupida. Il lavoro, quell'impegno, quell'appuntamento, la pioggia e chissà cos'altro. Senza pensare a quanto tutto questo fosse privo di importanza, e quanto invece fossi importante tu.

Vorrei poterti telefonare, digitare il tuo numero e sentire la tua voce squillante "Bella nipotina mia, la mia prima nipote".

Ma che ne sanno quelli che mi dicono "Ha smesso di soffrire", quelli che mi dicono "Ha fatto la sua vita", quelli che non hanno compreso nemmeno per un secondo come io mi sia sentita quando ho saputo della tua malattia e come sia stato devastante vederti andar via da me un pezzetto al giorno.

La ricotta calda con il cacao in polvere, la macchina da cucire, i registri delle Francescane, le prima telefonata e una vestaglia calda come dono a ogni compleanno, i Sofficini agli Spinaci, le cotolette con il formaggio e il prosciutto, i pomeriggi in terrazza a raccontarmi gli aneddoti di quando eri piccola. Tante, troppe cose si accalcano in mente. Ricordo ogni cosa - ogni microscopico particolare vissuto insieme in 36 anni.

Avrei dovuto dirti grazie, e l'ho dimenticato.
Perché non è da tutte essere una Nonna con la N maiuscola, ma tu lo sei stata e mi hai sempre dato tanto amore, braccia aperte, comprensione e cioccolato.

Manchi. Manchi e mancherai sempre.

"Sarò sempre con te", e io lo spero. Me l'hai detto con la tua vocina flebile, sempre più delicata e sofferente negli ultimi tempi, e ogni parola che pronunciavi con fatica, per me era una coltellata al cuore.
Mi ha fatto male vederti andar via, e fa male non averti più.

Nonna è una parola bellissima.

Non passerà mai questo immenso dolore, lo so. Forse muterà in altro, forse verrà appianato dalla vita.

Ma mai, mai, mai potrai andare via dai miei pensieri, ed è per questo che non mi lascerai mai nonna. E' proprio vero. Come può lasciarti chi hai sempre dentro il cuore?

Ciao Nonnina mia.

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