Salina, l'Isola Sirena

Il titolo di questo post non è un caso. Salina, per me, è come una Sirena, che richiama a sé, che seduce, che lega un filo al cuore e lo tiene stretto, con la sicurezza che tanto, prima o poi, tutti quelli che ci hanno messo piede una volta, torneranno.

Perché Salina sa fare innamorare, sa darsi, sa mostrarsi, sa coccolare quegli angoli nascosti della mente che non ricordavamo di avere, risvegliando percezioni e stupore. E lo fa con armi assolutamente semplici, ma non così scontate: una natura travolgente, un profumo che riempie, colori che lasciano senza fiato, scorci magici, fondali unici.



Tre sono le cose che, in particolar modo, mi sono rimaste appiccicate addosso e che, ancora oggi - a distanza di un mese e mezzo -, se chiudo gli occhi quasi riesco a toccare:

- Pollara, set de Il Postino di Massimo Troisi, con il suo mare così cristallino, così blu, così emozionante da risvegliare in me un grande benessere. Ho provato una libertà dimenticata, e aggiungo che quel giorno io e Gianluca eravamo completamente soli a goderci questo angolo di mondo spettacolare. E questo ha reso il nostro incontro ancor più unico.
Da una ripida scalinata si può ammirare il paesaggio mozzafiato, ma è passo dopo passo che la meraviglia aumenta: piccoli rifugi scavati direttamente nel tufo, barchette colorate, pesci e ricci nell'acqua straordinariamente trasparente.





- Il porticciolo di Malfa, Scario Galeria, che ci ha sempre accolti silenzioso e vuoto, con le pareti rocciose a far da contorno, un mare blu cobalto e qualcosa di suggestivo nell'aria, che a parole non saprei spiegare. Maestoso. Tutto intorno natura, vento, profumi e mare vorace di terra. Bello, bellissimo, nel suo essere un po' sgangherato.





- I tragitti notturni in scooter, in mezzo al nulla, tra monti, buio (quello vero!), natura, foglie ventose e stelle. Semplicemente ammaliante, curativo, purificante.

Ma c'è anche molto altro da vedere e da fare (affittando rigorosamente un mezzo, perché non ci si può spostare da una zona all'altra a piedi).

Qualche esempio?

Un salto (e un bagno) nella spiaggia nera di Rinella dove si possono ammirare le grotte scavate nella roccia, in cui trovavano riparo le barche. E il suo borgo, con le case colorate e vivaci.







Una passeggiata tra i vicoli di Santa Marina, con i suoi negozietti curati e colorati (difficile uscirne a mani vuote!), e le strade strette che conducono verso il mare.




Mangiare il pane cunzato da Alfredo, dalle dimensioni spropositate. E anche le sue granite preparate con la frutta fresca.



Perdersi fra le stradine di Malfa, dove troverete porte colorate, case magiche, pomodori alle finestre.









Pare facciano una granita buonissima, ma io ci ho mangiato un ottimo pollo con limone e zenzero, quindi lo consiglio anche per pasti un po' più elaborati. Parlo del Paperò "Al Glicine", a Leni.



Fare una sosta al Semaforo, ex struttura della Marina Militare, oggi edificio abbandonato (io ci sono entrata, non ditelo a nessuno...). L'atmosfera è misteriosa e irreale e sembra di essere sospesi in un tempo che non scorre. Forse per via del silenzio, interrotto solo dal frinire delle cicale, forse per via della penombra, rotta da fasci di luce prepotente che entrano dalle finestre rotte. Meravigliosa la scala, ormai distrutta e inutilizzabile, che porta ai piani superiori. Crea un bellissimo effetto ottico.






Una cena al ristorante Porto Bello, vista mare: pesce freschissimo, se amate i crudi qui andate sul sicuro.

Alloggiare all'Hotel Ravesi, con la sua limpida piscina a sfioro che sembra tuffarsi leggiadra su Panarea e Stromboli.
Le sue stanze semplici ma arredate con gusto, con amore e con dettagli isolani, sapranno cullarvi nelle sere d'estate, fra i canti dei grilli e la luna nel cielo ombroso, illuminato solo da tante stelle danzanti, con la voce del mare che si lascia ascoltare nel silenzio.
Lorenzo, Lucie, la signora Ravesi e tutto lo staff sanno bene cosa sia l'accoglienza, parola tanto usata quanto difficile da concretizzare. I loro sorrisi, la loro leggerezza - intesa nel senso più bello del suo significato -, la passione che mettono in tutto ciò che fanno, aleggia in ogni cosa.
La colazione, con materie prime di qualità, frutta fresca, torte sfornate ogni mattina, è un momento davvero rilassante, lento, piacevole, con una vista che alleggerisce la vita e rende vera ogni vacanza.
Il light lunch che, personalmente, lego a un pane cunzato che ancora mi sembra di assaporare, e che ha sancito il mio arrivo a Salina e all'Hotel Ravesi: semplicità, gusto, prodotti genuini. Cosa volere di più? Magari un aperitivo? Fanno anche quello, ovviamente.
Cocktail, preparati con maestrìa, bollicine, piatti sfiziosi, tramonto sul mare. E al Ravesi sono stati così geniali da aprirlo anche agli esterni, per permettere a chiunque di godere di tutta questa bellezza con un calice di vino in mano, a conclusione di una giornata di vacanza perfetta.
Se andate a Salina quest'estate vi consiglio di tener d'occhio il sito http://www.hotelravesi.it/ per restare informati sugli eventi che ogni anno vengono organizzati. Tutte le estati, infatti, il tramonto si lega alla musica dal vivo, di altissimo livello!





























Informazioni tecniche:

Abbiamo preso l'aliscafo a Milazzo (se arrivate in auto occhio a dove parcheggiate perché su strada si può sostare per una sola ora e si è quindi costretti a lasciare il mezzo in un parcheggio a pagamento. Ne troverete a decine nei pressi del porto, noi abbiamo scelto a caso e sul momento).

Da Milazzo a Salina il tempo di percorrenza è di circa un'ora e trenta minuti, con due soste intermedie a Lipari e a Vulcano. Il costo di andata e ritorno sarà di circa 40 euro complessive. Potete dare un'occhiata agli orari sul sito di Liberty Lines.
Ps: l'aliscafo ha i sedili disposti su due piani, se soffrite il mal di mare optate per quelli del piano di sotto!

Abbiamo affittato lo scooter da Motonoleggio Merlino, tel. 3398294923, e ci siamo trovati benissimo: sono venuti a prenderci al porto e ci hanno portati in sede, dove abbiamo scelto il nostro mezzo. Sono stati disponibilissimi fino alla fine e ci hanno anche chiamati una volta in aliscafo per accertarsi che fossimo riusciti a prenderlo. Consigliatissimo!


Salina vista da Gianluca

Salina è una fuga dal modo di vivere, dalle abitudini, dal costante e perpetuo moto-immotivato del corpo e della mente. È punto di arrivo ma anche punto di partenza per rimettere in discussione ogni aspetto del proprio essere. Un patto che stringi dal momento in cui sbarchi e che purtroppo dovrai infrangere nel momento in cui ripartirai.


Innegabile, il ritorno all'abitudine lascerà un ricordo, una promessa di ritorno, ma la storia che ti porterai dentro è e sempre sarà una storia che si lega a quell'isola nell'isola tra isole.

Ad ogni minuto della giornata ti chiedi: "Ma cosa sto facendo nella vita quando probabilmente è solo di questo che ho bisogno?". Sogno pomeridiano che si spezza alla prima accensione del telefono...

L'isola, la sua gente, ti accolgono silenziosamente, con garbo, senza nulla pretendere, senza nulla da farti pretendere.
Salina è un tacito accordo, ci siamo noi, ci sei tu, conviviamo perché tutto questo bello talvolta potrebbe rischiare di schiacciarci e quindi va vissuto insieme. E poi ci sono storie, di vino, di cibo, di odorosi capperi che sbucano fuori anche da una crepa sul muro.

Mangiare a Salina è un racconto fatto di buon cibo, dove dal ristorante più pregiato a quello più turistico puoi aspettarti di mangiar bene. Non esiste una corsa affannosa a spennare l'ospite, a farlo felice con artifici scenici degni da buttadentro di città turistica.

Ogni cosa parla la sua lingua ed è una lingua che sa di semplicità e di quel pizzico di cuore che trasforma anche una fetta di pane con semplice pomodoro e capperi in una carezza materna che porterai dentro.

Ciao Salina ci vedremo presto e ti prometto che tornerò cambiato, perché, come scrivevo sopra, tornare indietro comunque cambia, ma sarò sempre pronto ad esserlo nuovamente nel tuo prezioso abbraccio.




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