Palermo - La città raccontata a 4 mani



Non mi capita mai, ma voglio iniziare questo post con alcune citazioni, belle e famose, su Palermo che, in qualche modo, si legano al mio pensiero, a ciò che provo al suo cospetto, a ciò che avverto quando cammino per le sue strade.


Palermo mi sembrò una città al contempo splendida e decadente, il cui aspetto un po’ in rovina mi affascinò moltissimo. Ebbi l’impressione di una città molto diversa dalle altre città italiane, con una sua identità molto particolare e una bellezza tutta sua.
(Daniel Pennac)

Non saprei descrivere con parole la luminosità vaporosa che fluttuava intorno alle coste quando arrivammo a Palermo in un pomeriggio stupendo. La purezza dei con­torni, la soavità dell’insieme, il degradare dei toni, l’armonia del cielo, del mare, della terra… chi li ha visti una volta non li dimentica per tutta la vita.
(Johann Wolfgang von Goethe)

Io dico sempre che Palermo è come una donna bella che non sa abbigliarsi, non è mai in ghingheri, prova ne è che non sa mostrare il suo mare, ma alla fine è sempre una sorpresa. È una città che fa venire voglia di scoprirla. È come i grandi amori: ti manca quando sei lontana e ti soffoca quando ci vivi. E allora quando sono lontana mi manca l’emozione dello Spasimo, i mercati, l’Orto botanico, dove ogni tanto andavo a studiare, via Archirafi, e poi i luoghi della mia infanzia: via Pipitone Federico, dove abitava mia nonna, e quindi la chiesa San Michele e il bar omonimo, dove andavamo a comprare i pasticcini.
(Isabella Ragonese)

Prendendo spunto da quest'ultimo pensiero di Isabella Ragonese, posso dire che io non so com'è vivere a Palermo. Forse è una città difficile, come la maggior parte di quelle del sud. Una città che a volte abbraccia un po' troppo forte e fa mancar l'aria, altre volte, invece, - per la sua bellezza, per la sua leggerezza, per la sua lentezza - accoglie, protegge e fa stare bene.


Posso però dirvi com'è Palermo quando la si scopre con il cuore aperto e con la giusta predisposizione. E vi farò una piccola, piccolissima premessa per spiegarvi perché, secondo me, si deve visitare questa città con occhi diversi.

Palermo ha mille contraddizioni. Potrà capitarvi di vedere cumuli di spazzatura agli angoli delle strade e di perdervi in vie secondarie che vi faranno smarrire la cognizione del tempo e dello spazio. Vedrete sedie di legno e vimini davanti usci aperti, persone anziane e meno anziane sedute fuori, come se l'asfalto fosse un prolungamento di casa, a scrutare il via vai. Vedrete motorini che sfrecciano e lenzuola fresche di bucato a contornare palazzi malmessi come fossero stendardi. Dietro l'angolo potreste ritrovarvi fra locali alla moda, monumenti favolosi, ordine e pulizia. Se non siete abituati a certe dinamiche, vi verrà spontaneo criticare queste immagini. E, a volte, da siciliana, purtroppo succede anche a me, soprattutto quando sono arrabbiata con la mia Isola, che tanto dà e tanto sa togliere.

Ma no. Non è questo che significa capire un luogo. Non è puntando il dito o pensando a cosa sia giusto o sbagliato che si cambiano le cose. Ma questa è un'altra storia.

Se volete davvero comprendere Palermo, occorre metterci poesia.


Palermo, come gran parte delle città siciliane e non solo, è contrasti ma anche e soprattutto bellezza.

Sotto il suo cielo azzurrissimo, dove le nuvole sembrano merletti bianco candido, si estende un mondo da scoprire, meraviglioso, misterioso, caldo, accogliente. Si respira ovunque il crocevia di culture che, qui, hanno lasciato segni. Segni che dopo secoli sono ancora vividi e tangibili.

Non vi darò consigli nel senso stretto del termine, né ho intenzione di realizzare guide definitive, scrivere le ormai viste e straviste dieci cose da fare, o simili. Vi posso solo dire: seguite l'istinto. Di elenchi su cosa fare/vedere ne trovate a bizzeffe sul web ed è inutile che vi dica in questa sede quali chiese, monumenti, musei visitare. Lasciatevi ispirare, scoprite, seguite ciò che il cuore vi suggerisce ma, soprattutto, p e r d e t e v i.


Qui vi racconterò quello che ha reso il mio soggiorno a Palermo speciale.
Vi racconterò dei due hotel dove ho dormito, uno nella pace di un quartiere collegatissimo ma lontano dal caos, l'altro centralissimo e adatto per muoversi a piedi.
Vi dirò dove ho mangiato e chissà che non vi venga voglia di andare ad assaggiare i piatti che ho scelto.
Vi racconterò alcune sensazioni e vi segnalerò quei posti per me imperdibili, che mi hanno dato sensazioni bellissime.
E, subito dopo, leggerete anche il parere di Gianluca, il suo punto di vista, la sua visione della città, del cibo, di quello che abbiamo fatto, visto, toccato, mangiato.
E questa è una novità del blog, e - quando e se possibile - cercheremo di raccontare le città e le esperienze a quattro mani!

Ho sempre vissuto Palermo come la meta delle... cose da fare. Pazzesco, ma è proprio così. Mi sono ritrovata qui, quasi sempre, per dovere!

Sono tornata ad aprile, dopo un anno dalla mia ultima volta, e... per far sì qualcosa, ma di estremamente bello e stimolante.

Ho organizzato questa trasferta per abbracciare dal vivo Samanta Cornaviera, amica virtuale, archeologa culinaria e creatrice del progetto Massaie Moderne.
Samanta è venuta in Sicilia per realizzare un reportage sulle orme di donna Franca Florio, che sarà pubblicato prossimamente sulla rivista Italian Gourmet. Sono stata molto felice di metterla in contatto con Claudia Sirchia, amica, bravissima fotografa e influencer (da seguire assolutamente su Instagram) per la realizzazione degli scatti.

Io e Gianluca, con Foodda Communication, abbiamo supportato e seguito con piacere e orgoglio il progetto di Samanta, ed è stato questo il motivo che ci ha spinti nel capoluogo siciliano per qualche giorno.

Abbiamo accompagnato Samanta al Grand Hotel Villa Igiea, una location spettacolare, dove donna Franca Florio - durante la Belle Epoque - organizzava balli sfarzosi con l'aristocrazia e l'alta borghesia. Qui, nel corso di una mattina, lo chef Carmelo Trentacosti ha preparato alcuni piatti per il reportage, accuratamente fotografati in una sala talmente bella da togliere il fiato.






Ci siamo poi spostati a Casa Florio, per fotografare un altro piatto. Casa Florio, o Tonnara dell'Arenella, è un luogo magico, che emoziona non poco. Non posso che consigliarvi di visitarlo, e - soprattutto - di farlo usufruendo delle visite guidate che trovate QUI, e che comprendono vari pacchetti: c'è anche quello che include il pranzo o un altro ancora dà la possibilità di prenotare una cena deluxe in compagnia della famiglia Paladino Florio: esperienza imperdibile!
E posso a gran voce ribadire i m p e r d i b i l e perché conoscere Chico Paladino Florio, discendente della famiglia Florio, ascoltare i racconti sui suoi avi, vedere come riesca a dare vita a ogni singolo oggetto presente in sala, come sappia trasportare all'interno di un mondo affascinante e ricco di storia, è indubbiamente qualcosa da non lasciarsi sfuggire.















DOVE HO DORMITO

Durante i miei giorni a Palermo sono stata ospite di un hotel e di un b&b, entrambi incantevoli e molto diversi fra loro. Reputo quindi interessante consigliarveli entrambi, visto che sono adatti a qualsiasi esigenza.

Hotel Casena Dei Colli - Lontano dal caos, questo hotel è una vera oasi di pace. Ha varie tipologie di stanze, in totale 83, dislocate in un grande spazio esterno. Questo permette massima privacy perché, nonostante la struttura sia grande, non si percepisce alcun rumore. Uno dei punti di forza dell'hotel è la presenza di sale congressi all'avanguardia, perfette per riunioni aziendali. Anche la posizione strategica, a due passi dal centro ma abbastanza distaccato dal frastuono cittadino, lo rende un luogo silenzioso e tranquillo sia per chi si trova in vacanza sia per chi deve lavorare. La colazione è molto gustosa, dà la possibilità di scegliere fra dolce e salato e nel buffet si trovano anche torte fatte in casa. La nostra stanza era spaziosissima, con letto comodo e cuscini morbidi, e in bagno avevamo una chicca da non sottovalutare: sia una doccia ampia e spaziosa sia la vasca, per dedicarsi un vero momento di relax.














Residenza Wagner - Nel cuore di Palermo, a due passi (letteralmente) dal famoso Teatro Massimo, questo b&b profuma di casa, di gentilezza, di disponibilità. Sei camere curate di tutto punto e con amore, piene di colori e bellezza. Chiedete consiglio alla reception per il vostro tour in città, sarete piacevolmente colpiti dalla cortesia e dalle tips per scoprire anche i luoghi meno turistici!
Alcune camere hanno il bagno esterno, come quella dove io e Gianluca abbiamo dormito: non fatevi condizionare da questo dettaglio, nel caso in cui siano rimaste libere solo queste in fase di prenotazione, perché sono dotate di ogni comfort. La porta del bagno si apre direttamente dall'interno della camera e viceversa, per evitare di perdere tempo ad armeggiare con le chiavi. In camera troverete, oltre a tutte le comodità possibili, un bollitore elettrico, un frigo bar fornito di ogni bevanda desideriate, e anche la possibilità di acquistare accappatoio e ciabattine stile Spa se le asciugamani che vi aspettano in bagno non vi bastano! Basta scendere in strada e si è in pieno centro storico, quindi qui potete fare a meno della macchina. Ps: le stanze sono accuratamente insonorizzate, quindi - anche se la città sotto di voi è più viva che mai, potrete dormire sonni tranquilli e... se ve lo dico io che mi sveglio pure se si sposta un granello di polvere, potete credermi!












DOVE HO MANGIATO:

A Me Casa Osteria e Osteria Mangia e Bevi - due posti dove assaggiare i migliori piatti della tradizione palermitana mangiando come a casa della nonna! Ambiente informale ma curato in ogni piccolo dettaglio.
Cosa ho mangiato AMeCasa, che consiglio: arancinette al nero di seppia, al burro e al ragù, il coppo di pastellati, il tagliere Mangia e Bevi (cipolletta con pancetta arrotolata), la parmigiana, la padella di pasta fritta (guduriosissima!).
All'Osteria Mangia e Bevi, che ha lo stesso menù, abbiamo ordinato le polpette al sugo e le polpette agglassate: approvate, soprattutto quelle al sugo con relativa scarpetta finale!





Rasca - abbiamo voluto provare questo posto per la sua particolarità: la rascatura, che è un mix di farina di ceci e prezzemolo che si ricava raschiando le pentole dove vengono cotte le panelle. Del resto, la filosofia dello street food è un po' quella del non si butta via niente! Ed è buonissima!

Freschette - per un pranzo fresco in centro, questo ristorantino vegetariano e biologico è ciò che fa al caso vostro. A noi è piaciuto davvero molto!




A Palermo, una cosa da fare, è sicuramente tuffarsi a pancia e cuore aperti, sullo street food: strafatevi di tutto il favoloso cibo da strada che la città offre tra i mercati e le vie!

COSA MI HA FATTO BATTERE IL CUORE:

Grand Hotel Villa Igiea e Casa Florio, di cui vi ho raccontato sopra.

La Palazzina Cinese, un'antica dimora costruita proprio in stile cinese su commissione di Ferdinando III di Sicilia nel 1799. Quasi folle nel suo essere bella, si sviluppa su 3 piani affrescati e con qualche pezzo d'arredamento originale. La sala da pranzo e la saletta delle udienze sono state decorate da Giuseppe Velasquez.














Piazza Pretoria detta "della Vergogna", nome che pare non sia stato attribuito alla piazza per via dei nudi delle statue che circondano la fontana, ma per l'ingente somma di denaro spesa per realizzarla, che il popolo definì - appunto - una Vergogna!



I Quattro Canti, ovvero l'incrocio di corso Vittorio Emanuele e via Maqueda, con i quattro angoli dedicati alle stagioni, agli antichi fiumi, ai sovrani e ai santi patroni della città.

Le chiese di Piazza Bellini:
- La Chiesa di Santa Caterina mi ha letteralmente rapita con il suo trionfo di barocco, denso di colori, affreschi e marmo. Ogni angolo racconta una storia. Accanto, il Monastero di Santa Caterina: si può visitare accompagnati da una guida a fronte di una spesa irrisoria. Inizialmente accoglieva le donne meretrici ma, nel tempo (intorno al XVI secolo), diventa uno dei più importanti (e nobiliari) monasteri di clausura. Le famiglie delle novizie donavano al monastero la dote destinata alle giovani donne e questa veniva utilizzata per apportare migliorìe alla struttura e alla chiesa. Il Monastero ha accolto le suore fino al 2014.
Se siete golosi, a conclusione del giro, vi troverete in Paradiso: un enorme tavolo imbandito con tantissimi dolci tipici siciliani, ricreati con le ricette tramandate dalle suore, proprio quelle che utilizzavano per sfornare torte e biscotti nei giorni di festa e venderli alla gente. Possono essere acquistati e mangiati sul momento (come ho fatto io con ben due genovesi) o portati via.







- Imperdibile la Chiesa della Martorana
- e ovviamente la Chiesa di San Cataldo, con le sue caratteristiche cupole rosse

- Palazzo Alliata di Villafranca, un palazzo nobiliare situato nel centro storico, poco conosciuto dai turisti frettolosi.
Recita una lapide al centro della facciata:

« In questa illustre casa
il 27 maggio 1860
per sole due ore
posò le stanche membra
GIUSEPPE GARIBALDI
---
Singolare prodezza
fra l'immane scoppio
delle micidiali armi di guerra
sereno dormiva
il genio sterminatore
di ogni tirannide »

All'interno di questo sontuoso palazzo si trova un vero tesoro di affreschi e opere d'arte: presero parte al progetto l'architetto Vaccarini e stuccatori di scuola serpottiana. Gli stemmi della famiglia vengono attribuiti proprio a Giacomo Serpotta. Al suo interno potrete ammirare la Crocifissione di Van Dyck o il Tributo della Moneta di Matthias Stom che ha rappresentato la Sicilia all'Expo di Milano. Un luogo che vale la pena scoprire, facendovi accompagnare dai ragazzi di Palazzo Alliata di Villafranca Associazione Onlus.









Per un racconto dal vivo potete guardare le mie Instagram Stories in evidenza che trovate con i titoli Palermo 1 e Palermo 2 sul mio profilo @martastreet: QUI!
Ci sono anche le foto su Instagram con l'hashtag #martastreetpalermo, QUI.

E ora... la parola a Gianluca!


Le strade di Palermo sono bagnate dalle acque di una storia che ripercorre di pari passo quella della Sicilia stessa.
Bacino di quella grande mescolanza di eventi e di popoli che oggi sono sfociati nel nostro essere Siciliani sì, e sangue misto pure.

Palermo è una città che è riuscita a ridestarsi e oggi appare vivace, pronta a diventare meta, accogliente. A suo modo, come tutte le città del resto.

In questo contesto odoroso di storie intrecciate abbiamo incontrato la nostra amica Samanta, creatrice di Massaie Moderne, che armata di riviste d’epoca e di una passione fuori dall’ordinario ci ha accolti dentro la sua avventura di cui in parte siamo stati fautori, ma questo ve lo ha già raccontato Marta.
Io voglio parlar d’altro...

Dovete sapere che c’è un fantasma che si aggira da sempre nella mia mente, un fantasma fascinoso, affascinante e degno dei migliori romanzi, in cui uomini temprati dalla vita, potevano perdersi dietro uno sguardo profondo ed intenso come il mare di una Sicilia che, ancora oggi, è consapevole della propria bellezza.

Il nostro fantasma non lascia tracce, ma un delicato profumo di acqua salata, sigarette e fiori di zagara.

E questo profumo abbiamo inseguito fino ad approdare all’Arenella, in Casa Florio.
Un luogo che è stato casa e porto al tempo stesso, dove naviganti del mondo venivano invitati a mangiare un boccone e a raccontare la loro storia ai padroni di casa.

Questo è uno dei tanti racconti che durante quel pomeriggio di fotografie, video, e scorribande ci ha fatto Chico Paladino Florio, Chaperon di eccezionale fascino e dotato di finissima arte del narrare.
E tra un racconto ed un altro mi perdevo alla ricerca di quel fantasma che aleggiava lieve come le prime luci del mattino fra di noi, come a voler dire “benvenuti naviganti, fermatevi e godete di tutto questo”.

Franca anzi Donna Franca riesce a distanza di tutti questi anni a permeare quei luoghi, ma non da sola. C’è l’intera storia di una Famiglia che contribuisce a rendere ogni angolo di quel luogo qualcosa di profondamente magico.

Di fronte ai quadri di Vincenzo Florio, le fotografie d’epoca raffiguranti quei volti levigati dalla bellezza del bel vivere e dell’impegno a rendere il lavoro altrui migliore ho avuto la possibilità di trovare conferme a tante domande che mi ero posto nella vita.
Ammetto di aver sempre nutrito un grandissimo fascino legato a quel cognome, a quella “casata” che ha reso la Sicilia, in passato, un luogo migliore. Di cui andar fieri e con il quale far scuola. Florio...

La voce di Chico continuava a raccontare mentre io mi perdevo dietro tutti questi pensieri e dietro tutti questi fantasmi da cui avevo avuto l’onore di essere stato invitato ad una bevuta tra amici, a base di Bitter Florio naturalmente.

E tra una sorsata ed un’altra la mia memoria ha trovato una nuova storia da raccontarsi, un nuovo mondo in cui andare a nascondersi.

La Tonnara dell’Arenella è aperta, sono lì a poca distanza ad osservare uomini capaci portare i tonni alla lavorazione, e donne dalle piccole mani occuparsi dell’inscatolamento. Prima una striscia di latta, aperta sul fondo e sopra, dove il tonno veniva ricoperto dal sale.
Poi inventiva e storia fecero il loro corso e la famiglia Florio creò il tonno conservato in olio d’Oliva. Sì, esattamente quello, e sappiate che il tutto nasce da questo magico triangolo chiamato Sicilia.

Comprendo che intrecciare tutti questi discorsi rende la lettura arzigogolata, ma non posso farci nulla, tra un Bitter e una pipetta per Oppio la mia narrazione inizia a farsi fumosa, confusa, e forse è il miglior stato d’animo per inseguir fantasmi, da cui i vivi hanno ancora tantissimo da imparare.

Gianluca

(Gianluca è su Instagram QUI)

















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