Lavoro precario: resoconto di un licenziamento alle h 23.30 per mezzo mail

Non c'è lavoro, non ci sono sicurezze, la crisi incombe sulle nostre teste senza un attimo di respiro.
Ce lo ricordano i tg, ce lo ricorda la radio, ce lo ricordano i genitori, i nonni, il vicino di casa, gli status su Facebook, a breve lo farà anche mia cugina che di anni ne ha 4, ma sa già che faccio parte di una generazione che tutti additano come spacciata. Insomma, tutti ne parlano, tutti ne sanno più di noi.

Perché, diciamocelo, noi trentenni cerchiamo di far finta di niente per evitare di guardare in faccia la realtà, per evitare di cadere, per evitare di perdere anche quel briciolo di dignità e di identità rimaste. E noi, questa condizione la viviamo quotidianamente.

Abbiamo i nostri progetti, i lavori sottopagati che ci permettono di sopravvivere, magari in nero, cerchiamo di costruire, pazientemente e fiduciosamente, un futuro che continuiamo a vedere sempre più distante, e non sappiamo davvero cosa ne sarà di noi fra un mese o due.

Ma, visto che al peggio non c'è mai fine, non sempre si ha il "lusso" di avere 30 o 40 giorni di preavviso prima di perdere l'ennesimo lavoro precario, retribuito una miseria, senza tutele.

Può accadere, come ieri è successo a me, che la porta venga sbattuta in faccia di notte, via mail, senza preavviso e senza accenni che possano fare intuire la perdita di quei (pochi) soldi sicuri (?) che permettono di arrivare a fine mese.

Ora, per esperienza (ormai tanta) e delusioni professionali (anche loro numericamente consistenti), dopo 2 minuti di perplessità e rabbia tendo, ormai, a rimboccarmi le maniche e guardare avanti, perché - come si dice? - Chi si ferma è perduto. 
Ma questa mattina mi domando "Guardare avanti, verso cosa? E, soprattutto, cos'ho da perdere se mi fermo?"

Cosa c'è oltre le parole al vento che, ormai, hanno perso qualsiasi consistenza? Cosa c'è oltre le promesse di contratto che non hanno futuro, i mesi che scorrono in attesa di soldi che non si vedranno mai? Cosa c'è oltre i centomila colloqui di lavoro che, quando vanno a buon fine, prevedono mensilità ridicole con cui, a stento, si pagano le bollette? Cosa c'è oltre l'insicurezza di rapporti di lavoro stipulati a voce, per non lasciare traccia, per avere la possibilità di sbatterti la porta in faccia di notte, senza preavviso?

Resta una mail che ritrovi fra tante, alle 23.30, con un oggetto freddo e distaccato che recita "Rapporto Collaborazione" e che al suo interno contiene frasi su frasi, spiegazioni insensate, e complimenti, sì, complimenti per il lavoro svolto fino a quel momento, fino a quella mattina, <<che tutti noi abbiamo apprezzato moltissimo sia per la tua professionalità sia per la disponibilità sempre dimostrata>> ma che <<sia per motivi di rapporti e di strategie aziendali che per motivi economici, ci vediamo costretti ad interrompere>>
Interrompere. Di notte. Via mail. Senza preavviso.

Atteggiamento normale da riservare ad una persona che, per più di un anno, 
ha lavorato con costanza e con coerenza alla crescita aziendale di un marchio, l'ha portato in braccio, l'ha accompagnato, ha fatto in modo che emergesse. 

Ebbene sì. Sono stata scaraventata fuori, dall'oggi al domani, con <<un saluto affettuoso, nell'attesa di vederci di presenza>>. 
Presenza? Affetto?
Ma le parole hanno ancora un significato per chi sta dall'altra parte? 

Cosa ne sarà di questa generazione, la mia, alla quale - con tanta facilità - si consegnano lavori in mano, sminuendo qualsiasi competenza, qualsiasi professionalità, qualsiasi diritto, dando loro una manciata di euro, quasi a fare un favore e la quale - con la stessa facilità - si scaraventa a terra non appena il suo utilizzo può essere sostituito da qualcuno di ancora più economico o, come nel mio caso, da una srl che potenzierà l'economia aziendale?

Grazie a Loredana Lipperini che ha dedicato alla mia vicenda la rubrica di domenica 27 ottobre su La Repubblica




Commenti

  1. Brava! Alziamo la testa! Anche io lo sto facendo nel mio piccolo con il mio blog diariostagistaperbene.wordpress.com

    Condivido ogni tuo amaro dubbio.

    Un abbraccio!

    RispondiElimina
  2. ti sono vicina se possibile...da licenziata a 52 anni ancora in cerca di una nuova occupazione, e madre di un figlio laureato che sta tentando in tutti i modi di credere nei suoi progetti saltando da un lavoro precario all'altro, senza garanzie, senza futuro, e di una figlia che ancora frequenta le scuole "superiori", che si domana in che cosa siano superiori.... fiducia e speranza non devono abbandonarci, fiducia nelle nostre capacità, nelle nostre anime e nei nostri cuori e soprattutto credo fiducia nella possibilità di riscoprire un essere umano solidale e capace di dare, anche se non materia, ma amore, comprensione.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazie. Anche io non smetto di credere alla gente onesta, anche se - converrai con me - diventa sempre più difficile. In bocca al lupo a te e ai tuoi figli!

      Elimina
  3. Questo è un tema a me molto caro...purtroppo piano piano ci stiamo abituando a questa situazione, una situazione che ci vede sfruttati, disoccupati, incapaci di renderci economicamente indipendenti...una situazione che ci porta ad accettare lavori sottopagati perchè "almeno guadagno qualcosina" quando in realtá valiamo molto di più...una situazione che non ci permette di costruire qualcosa per il futuro perchè con quel poco che raccimoliamo per puzza ci arriviamo a fine mese...è triste, ma da inguaribile ottimista quale sono penso che questo nostro modo di "lottare" di tirare avanti con quel poco che abbiamo, di accontentarci delle piccole cose ottenute con grandi sforzi ci porterá grandi soddisfazioni nella vita...arriveranno, so che arriveranno! Come si dice..the best is yet to come! Un abbraccio grande

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Michela cara, sottoscrivo ogni tua parola. Svendersi, ormai, è diventato normale. O quello o nulla. E quando si vive in un'altra città, si devono affrontare spese come affitto e bollette, anche quel poco vale qualcosa. Ci affidiamo a quelle parole che suonano come una speranza: "Fra tre mesi ti metteremo in regola, fra tre mesi ti aumenteremo la paga", solo che quei tre mesi diventano cinque, poi otto, poi dodici, e non cambia nulla. Ma io ci voglio credere ancora a qualcosa di bello, perché non tutto può essere nero, sempre :) ti stringo

      Elimina
  4. tutto parte da un presupposto malato: lavorare l'80% della propria vita alle dipendenze di qualcuno a cui non importa nulla di te. L'80% della nostra vita, ottanta. Fin quando non risolviamo questo enorme tumore intestino, le cose andranno solo a peggiorare perché è la schiavitù del corpo e della mente.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Già, ma che alternative abbiamo? Metterci in proprio? Come? Con quali soldi? Per fare cosa, in questo momento storico così duro? Credimi, ci ho pensato tante volte, di progetti ne ho anche troppi, ma alla fine - burocrazia, tasse e, che lo dico a fare, tutti i cavilli all'italiana - ti fanno passar la voglia di cominciare.

      Elimina
  5. Porca vacca! Alle 23.30, senza mezza parola di preavviso non si può... Va bene la crisi nera, ma qui la crisi c'entra poco e niente. Forse è una scusa per ignorare bellamente i principi civili e l'educazione, che esulano dalle crisi.
    Mi dispiace! In bocca al lupo Marta!

    RispondiElimina
  6. Eh già, Giulio. E' proprio questo che fa indignare. Negare il rispetto, dopo un anno e più di lavoro, negare la possibilità di chiedere "Perché?" rifugiandosi dietro un pc per mancanza di coraggio. Dopo aver fatto crescere un marchio, credendo nel progetto, lavorando con una mensilità ridicola e aspettando quell'aumento e quel contratto promessi, ti aspetti almeno un po' di educazione e di riconoscenza traducibile in PREAVVISO e SPIEGAZIONI faccia a faccia.
    Crepi il lupo, Giulio :) crepi per me e per tutti quelli che vedono quotidianamente queste ingiustizie!

    RispondiElimina

Posta un commento

Un'idea? Una perplessità? Una domanda? Maggiori informazioni sull'oggetto del post? Qualsiasi cosa vogliate dire, non esitate: lasciate un commento!

Post più popolari